Modello 3D di rene aiuta i chirurghi in un intervento di surrenectomia laparoscopica

Grazie al modello 3D di rene, è stato eseguito un intervento di asportazione di un surrene
Modello 3D di rene

Il modello 3D di rene ha aiutato i chirurghi dell’ospedale Santo Stefano di Prato

L’equipè dell’Unità di chirurgia generale dell’ospedale di Prato, diretta dal dottor Stefano Cantafio, nell’ambito del Dipartimento delle specialistiche chirurgiche, diretto dal dottor Stefano Michelagnoli, si è avvalsa di questa nuova frontiera della chirurgia di precisione, applicata per la prima volta nell’Azienda Sanitaria.

Com’è stato realizzato il modello 3D di rene?

Il modello paziente-specifico è stato stampato in 3D con la tecnologia esclusiva della J750 Digital Anatomy di Stratasys, ricostruito dalle immagini diagnostiche della TAC, e rappresenta il caso reale del paziente che ha susbito l’intervento al rene.

Per la stampa del modello 3D di rene è stata utilizzata resina trasparente per consentire la visualizzazione interna dei vasi e delle relazioni anatomiche, inoltre grazie alla possibilità di stampare con colori diversi è stato possibile rendere evidente il tumore (stampato in verde) rispetto ai vasi venosi (in blu), e arteriosi (in magenta) circostanti.

Il modello 3D di rene è stato realizzato con resine colorate e deformabili che hanno permesso la simulazione chirurgica dell’intervento in fase preoperatoria. I vasi sanguigni sono stati ricostruiti e stampati per replicare i vasi reali il più fedelmente possibile sia nelle proprietà morfologiche che meccaniche.

Per cos’è stato utilizzato il modello 3D di rene?

Il modello 3D è stato utilizzato per pianificare, studiare e simulare correttamente l’asportazione del surrene. Con questo modello il chirurgo ha potuto visualizzare e manipolare i vasi e le varie relazione anatomiche con la patologia stessa.

Prima dell’avvento della stampa 3D per l’ambito medico, un intervento chirurgico complesso venificato pianificato partendo da immagini bidimensionali in bianco e nero prodotte da radiografie, Tomografia computerizzata e Risonanza Magnetica. Grazie a questa nuova tecnologia oggi è possibile realizzare un modello tridimensionale di un organo o di specifiche strutture anatomiche in dimensioni reali che possono anche simulare le proprietà morfologiche e meccaniche dell’organo stesso, consentendo di studiare in anticipo l’intervento chirurgico.

Avere la possibilità di pianificare in anticipo la scelta strategica migliore, prima di intervenire sul paziente direttamente in sala operatoria, ha permesso di evitare complicanze intraoperatorie e ridurre il rischio di errore.

“Sono soddisfatto per il buon esito di questo delicato intervento– ha aggiunto Stefano Michelagnoli, direttore del Dipartimento Aziendale Specialistiche chirurgiche. Questo progetto è innovativo, consente di ottenere una soluzione personalizzata per ogni paziente e di eseguire l’intervento in sicurezza valutando ogni aspetto prima di arrivare in sala operatoria con vantaggi sia per il paziente che per il professionista. Per la prima volta è stato applicato al Santo Stefano e contiamo di estenderlo anche ad altre specialistiche chirurgiche”.